ArteTerapia è

Arteterapia

Un incontro profondo

attraverso i sensi,

sulla scia delle emozioni,

verso

la parte

più vera

di te.

L’arteterapia è… per me

L’arteterapia è un’occasione di benessere. Una straordinaria occasione per conoscersi e incontrare quelle parti di sé che spesso restano in ombra. Attraverso l’utilizzo di semplici materiali,  in un clima  rassicurante e giocoso, è possibile dare voce a emozioni, vissuti e pensieri.

In molti momenti della vita le parole non bastano, fanno troppo male o risultano stonate, eppure esprimersi continua ad essere un bisogno essenziale.

Qualcuno istintivamente prende in mano una penna e comincia a scarabocchiare, qualcun altro cerca di “distrarsi”, costruendo o realizzando qualcosa; c’è chi cucina, chi va a correre, chi si fa una doccia fredda e chi si siede in cerca di silenzio. Queste azioni fanno bene e, a volte, lasciano dei segni che ci parlano di noi. Fondamentale è crearsi uno spazio neutro in cui sostare in pace, per rilassarsi, far uscire un po’ di negatività e ricaricare le batterie. Nel momento in cui si accende il desiderio o il bisogno di approfondire, comprendere ed elaborare gli atti o i gesti creativi, ci si può rivolgere ad un arteterapeuta per intraprendere un percorso di conoscenza, e nutrimento interiore.

L’arteterapia è un prendersi cura che parte da e ritorna a Sé.

Consente infatti di valorizzare, illuminare o riattivare la creatività spontanea, offrendosi come strumento di ascolto e consapevolezza. Attraverso il gioco con i materiali ed il processo creativo, i vissuti, i bisogni e le emozioni, possono essere espressi e comunicati in un clima accogliente e protetto che contempla tempi e modalità di elaborazione assolutamente personali.

Il grande contenitore Arteterapia, che a me piace simbolicamente immaginare come una Zattera, ha dunque la capacità di adattarsi a diverse situazioni, riuscendo a creare percorsi “su misura”, in risposta alle esigenze di chi sceglie questo genere di viaggio da solo o in compagnia. Sia gli incontri individuali che gli incontri di gruppo, hanno una propria specificità, definita sulla base della richiesta e organizzata in modo che le tre variabili da cui è composta la relazione arte terapeutica: la persona o il gruppo di persone, l’arte terapeuta e la creatività/il processo creativo, abbiano una specifica rotta da seguire.

La qualità principale di un buon arteterapeuta secondo me sta nel mantenersi costantemente in equilibrio tra una solida cornice di riferimento e un’invisibile tela d’improvvisazione, pronta a seguire le dinamiche emergenti.

Sia nei percorsi di  gruppo che nelle sedute individuali molto spesso è l’imprevisto a lasciare i segni più sostanziosi: se, per definizione, non è possibile prevederlo, è opportuno e fondamentale saperlo accogliere e cavalcare come un’onda straordinaria.

L’arteterapia non è tanto nell’esito della creazione quanto nel processo, nell’errore, nell’imprevisto, nello scarabocchio e nelle azioni o reazioni conseguenti. L’arteterapia avviene facendo e, più o meno silenziosamente,  si occupa del mondo interno con garbo, delicatezza e, a mio avviso, anche con note straordinarie di leggerezza e ironia.

luglio 2013 502

Quando la creatività e il mettersi in gioco diventano strumenti di cura*

Se c’è sulla terra e fra tutti i nulla qualcosa da adorare, se esiste qualcosa di santo, di puro, di sublime, qualcosa che assecondi questo smisurato desiderio dell’infinito e del vago che chiamano anima, questa è l’arte.

Gustave Flaubert, Memorie di un pazzo, 1838

Arte. Una parola piccola, semplice, calda ed estremamente ricca di significati. Una parola che già mentre la pronunci evoca immagini, forme, sfumature. Emozioni.

Si è scritto, detto e fantasticato in ogni modo attorno a queste quattro lettere e forse non ci è dato comprendere appieno la grandezza che si portano dentro. Eppure, se c’è una cosa che accomuna gli artisti di ieri, di oggi e probabilmente quelli di domani, è la forza espressiva: quel bisogno profondo di creare plasmando la materia.

E quando la creatività spontanea, che è affermazione, comunicazione, segno e frutto di un linguaggio universale in grado di esprimere emozioni, viene accolta e supportata, succede qualcosa di grande e speciale: l’arte diventa strumento di cura.

Ci sono persone che istintivamente si rifugiano nella funzione catartica dell’arte, scarabocchiando, scrivendo di getto, forgiando i più diversi materiali o scattando fotografie e grazie a questo sopportano momenti bui, trovano conforto, scaricano tensioni, cercano un modo per stare meglio.

A volte però non è così semplice trovare il giusto canale ed è il caso di chiedere aiuto.

Ecco che finalmente, anche in Italia, si sta cominciando a riconoscere una precisa figura professionale che pone le condizioni affinchè ciascuno sia libero di mettersi in gioco partendo da sé, dalla propria arte interiore, per cercare la forma, i colori o il senso, di vissuti e stati emotivi che spesso non trovano voce.

Nei casi in cui bambini e adulti abbiano subito esperienza traumatiche, laddove ci siano deficit che compromettono il linguaggio verbale, ma anche in situazioni in cui semplicemente sia venuto a mancare uno spazio protetto e accogliente che garantisca la possibilità di esprimersi, l’arte terapia può offrire nuove possibilità.

Al centro dell’arte terapia infatti, il paziente, supportato e accolto dal terapeuta, attraverso movimenti, forme, colori, emozioni, silenzi, segni, vuoti o pieni, dà vita ad un processo creativo capace di portare alla luce parti più o meno nascoste di sé, affinchè possano essere accettate, elaborate e comprese nel corso di un arco di tempo più o meno lungo.

Questa disciplina nacque e si sviluppò contemporaneamente, sia in Inghilterra che negli Stati Uniti d’America, intorno alla metà del secolo scorso, come modalità terapeutica per curare i disagi psicologici dei reduci di guerra e dei pazienti ricoverati in ospedali psichiatrici e si diffuse poi in svariati ambiti sanitari e socio educativi.

Negli ultimi decenni ha iniziato a svilupparsi anche in Europa ed in Italia, dove oggi esistono numerosi arte terapeuti qualificati, in grado di proporre progetti specifici adeguati ai diversi contesti, coniugando competenze e tecniche che riguardano l’arte e la creatività, con riferimenti teorici psicologici e psicodinamici, che risconosco il valore unico e autentico di ogni individuo in quanto persona.

La Lombardia è una delle regioni in cui l’arte terapia si sta maggiormente diffondendo, grazie anche alle numerose scuole di formazione presenti sul territorio. La nota associazione Art Therapy Italiana, fondata nel 1982 a Bologna col fine di promuovere la pratica dell’arte terapia e della danza movimento terapia in Italia attraverso attività di formazione, studio, ricerca-informazione, consulenza e interventi specifici a carattere clinico, attualmente ha una sede molto attiva, a cui fanno riferimento i professionisti di tutte le province lombarde, a Milano, in via Procaccini, 11.

Se dunque, per dirla come D. W. Winnicott, “Vivendo in modo creativo ci si rende conto del fatto che ogni cosa che facciamo aumenta il senso di essere vivi, di essere noi stessi, insostituibili e unici.”, quale miglior modo dell’arte, per occuparci di noi stessi? 

*Articolo di presentazione dell’arte terapia scritto nel mese di dicembre 2013 per il primo numero della rivista “Riflesso Lombardia”, on line dal 23 gennaio 2014

Ecco il link all’articolo

 © Michela Baretti 2014

dal sito www.arttherapyit.org

L’ARTE TERAPIA ha inizio negli anni ’40 e ’50, in Inghilterra e negli Stati Uniti come modalità terapeutica per curare i disagi psicologici dei reduci di guerra e dei pazienti ricoverati in ospedali psichiatrici. Praticata da artisti sensibili al potenziale comunicativo dell’arte o da psicologi e psichiatri interessati al linguaggio pittorico, si e’ presto sviluppata come disciplina autonoma, ampliando il suo campo di applicazione alla prevenzione e alla riabilitazione della maggior parte dei disturbi psicologici e sociali.

La teoria dell’ Arte Terapia ha le sue radici da un lato nell’arte e negli studi sulla creatività, e dall’altra negli studi psicodinamici: i lavori artistici costituiscono un mezzo per l’espressione e la comunicazione del mondo interno – immagini, pensieri, emozioni e fantasie – e provvedono un luogo dove dare una forma visibile e condivisibile della propria realtà.

L’approccio di Art Therapy Italiana sottolinea l’importanza del processo creativo nella relazione terapeutica, considerandolo nel suo aspetto evolutivo e relazionale.

L’uso dei materiali artistici, quale linguaggio specifico dell’Arte Terapia, è di primaria importanza per promuovere e veicolare l’espressione e la comunicazione: il linguaggio dell’opera costituisce l’elemento fondamentale del dialogo verbale e non verbale che avviene tra paziente e terapeuta.

Ogni oggetto artistico creato, è una presenza nel setting terapeutico che influisce su chi l’ha prodotto e su chi ne fruisce: paziente e terapeuta condividono una potenziale esperienza estetica, non riducibile a parole, né al suo significato, il cui fine è di ampliare la propria esperienza, la conoscenza di sé e del mondo che ci circonda.

dal sito  dell’ Apiart  http://digilander.libero.it/apiart/home.html

L’Apiart, Associazione Professionale Italiana Arte Terapeuti, riconosce l’ARTE TERAPEUTA come una precisa figura professionale che svolge la sua attività in ambito sanitario e socio-educativo e possiede i seguenti requisiti:

– Conoscenza dei fondamenti teorici e pratica costante con metodologie arte terapeutiche;

– Conoscenza e pratica costante con diverse tecniche artistiche (disegno, pittura, collage, scultura, mosaico etc.);

– Conoscenza delle principali implicazioni psicologiche (affettivo – cognitive) riguardo la dimensione creativa e l’uso delle diverse modalità;

– Conoscenza delle principali teorie dello sviluppo dell’individuo con particolare riferimento all’evolversi della capacità creativa e dell’espressione grafica e motoria del soggetto;

– Conoscenza dei fondamenti della psicopatologia con particolare riferimento alla sua espressione in ambito grafico, pittorico e plastico;

– Avere una formazione in grado di permettergli di individuare tra i suoi utenti, anche in caso di utenza non esplicitamente patologica, i soggetti a rischio psicopatologico;

Avere un’adeguata formazione psicologica che lo renda capace di sostenere una relazione con un utente disagiato;

– Conoscenza di un adeguato insieme di metodiche arte terapeutiche che gli consenta di elaborare progetti operativi in relazione al tipo d’utenza, allo spazio operativo in cui opera, o nell’ambito di progetti integrati d’intervento che prevedano anche il contributo d’altre figure professionali quali insegnanti, psicoterapeuti, psicologi, psichiatri, neurologi, tecnici della riabilitazione, infermieri professionali, psicopedagogisti o in base a specifico invio.

L’arte terapeuta esplica la sua funzione in ambito pubblico e privato, nel rispetto del Codice Etico e Deontologico dell’Associazione.

 

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