Attraversare il processo coltivando consapevolezza

Dico sempre che l’arteterapia è un’occasione per conoscerci e capire chi siamo e come funzioniamo e lo conferma l’esperienza quotidiana che parte dal confronto diretto con me stessa.

Mentre preparavo con gioia, eccitazione e il solito carico d’ansia, la Giornata Europea dell’Arteterapia, ho prestato attenzione alle mie modalità, raccolto e assaporato le numerose e diverse sensazioni rilasciate dai miei movimenti, dalla mie ricerche, dal mio agire istintivo e, confrontandomi poi con i feedback un po’ troppo intransigenti e critici a volte, ma fondamentali, delle persone che mi vogliono bene, ho capito che l’intima riflessione attorno a ciò che accade è essenziale e trasformativa.

Ho appurato sicuramente di avere ancora tanta strada da fare, ma va bene così: nella vita ogni méta raggiunta è da celebrare e poi da vedere come nuovo punto di partenza, credo. E andare oltre significa vivere e viversi pienamente. Che bellezza!

Certo, personalmente rispetto ad alcune fatiche sono migliorata meno di quanto avrei voluto, tuttavia scopro e sento di poter progredire ancora molto, concentrandomi su quei nodi che mi porto appresso da troppo tempo. Sono bisogni apparentemente irrinunciabili da cui però avverto di potermi liberare spostando semplicemente il pensiero un po’ più in là.

Ma come si fa?

Il bosco (prezioso maestro di vita, magie e virtù) me lo insegna ogni volta: quando ci sono i rovi e le spine bloccano la strada, basta aguzzare lo sguardo e trovare vie alternative da percorrere con attenzione, cura e rispetto. La strada potenzialmente c’è, ma bisogna sforzarsi un po’ per incontrarla e cominciare a crearla da dove si è.

Così, anziché struggermi per il mio eccessivo bisogno di accumulare per avere a disposizione ciò che vorrei, colpevolizzandomi per il mal di schiena che mi sono autoprocurata data l’ostinazione ad aggiungere materiali e immaginare proposte (anche meno Michy, anche meno!), provo a capire come alleggerire il mio lavoro e rilassare i miei prossimi viaggi in Zattera.

Guardo la quantità di roba che ho preparato e mi dico che nulla è essenziale, perchè c’è già tutto lì. Non serve altro per illuminarci e autorizzarci a giocare.

Ok. E adesso?

Adesso vi invito a questo nuovo viaggio che per me sarà privo di qualsiasi bagaglio.

Sì. Non porterò niente (so che chi mi conosce può essere sconvolto dalla cosa) se non la Michy tutta e lascerò a voi la scelta di salire come vorrete, con il semplice e puro desiderio di attraversare sentieri e godendo della meraviglia che ci sarà.

Non ci sono limiti di età, né vincoli di spazio. Bisogna contattarmi per ricevere le coordinate e poter partire insieme alla scoperta di spiragli e direzioni che brillano dentro e fuori di noi.

Sarà un vero viaggio, verso di Sé, attraverso la purezza selvaggia del bosco.

Vi aspetto!

Ah… per attivare giocando il senso dell’attesa, vi sfido a notare un particolare, nell’immagine qui sotto, che la dice lunga sul senso di questa nostra avventura.

Sta nella mano sinistra della mia donnina… Lo vedete? In una delle due foto si vede meglio, ma dipende da voi capire in quale.

Se avete una risposta scrivetemela in privato su whatsapp al 3484087962: se indovinerete, ci sarà una sorpresa per voi 🙂

Un commento Aggiungi il tuo

  1. rido. Perché non ricordavo il particolare, ma poi ho guardato con attenzione e capito tutto… Ché bambòsina 😉

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